Lo stalking è un fenomeno in crescita. In Italia, la specifica categoria di reato è stata introdotta solo nel 2009 con l’articolo 612 bis “Atti Persecutori”.

Questo articolo stabilisce che, a meno che il fatto non costituisca un reato più grave, chiunque minacci o molesti qualcuno in modo reiterato, causando un persistente e grave stato di ansia o paura, o generando un fondato timore per l’incolumità propria o di un parente stretto o di una persona legata da un rapporto affettivo, o costringendo la stessa a modificare le proprie abitudini di vita, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi.

Per qualificarsi come atto persecutorio, la condotta deve essere ripetuta nel tempo fino a creare un grave stato di ansia e paura tali da modificare le proprie abitudini. Sono considerati persecutori tutti quei comportamenti (pedinare, appostarsi, importunare, attaccare, ecc.) che minano la tranquillità quotidiana di una persona.

L’articolo non fa distinzione di genere, età, status sociale, ecc., quindi sia uomini che donne, giovani o anziani, vicini di casa, amici, parenti o sconosciuti possono essere autori di stalking. Allo stesso modo, chiunque può essere vittima di stalking.

Non esiste una singola motivazione che definisce il reato di stalking. Non è necessariamente legato a un’ossessione sessuale o amorosa, ma può essere legato, ad esempio, a motivi di litigio (come tra vicini).

Gli atti tipici di uno stalker possono includere:

• Pedinamenti
• Appostamenti nei luoghi frequentati dalla vittima
• Controllo ossessivo dei social network
• Telefonate e messaggi a tutte le ore del giorno e della notte
• Minacce
• Violenze
• Intrusioni nella vita privata della vittima
• Regali insistenti
• Approcci a familiari e persone vicine alla vittima

Tutti questi atti hanno la stessa origine: l’ossessione dell’autore nei confronti della vittima, che vede come causa di un disagio che lo stalker prova a causa sua.

Riconoscere uno stalker non è semplice, ma ci sono alcuni elementi che possono aiutare:

• Eventuali patologie diagnostiche (disturbo bipolare, schizofrenia, atteggiamenti ossessivo-compulsivi, paranoia)
• Atteggiamenti ripetitivi fino all’estremo
• Reazioni esagerate a eventi e fatti vissuti come negativi
• Mancanza di rispetto dello spazio vitale della vittima, fino anche alla commissione di reati

Non sempre si verificano tutti questi elementi, ma conoscerli è utile per potersi difendere, riconoscendo in tempo chi si ha di fronte.

Ci sono diverse azioni che si possono intraprendere per contrastare uno stalker:

• La prima è denunciare gli atti persecutori
• È importante razionalizzare la situazione
• In caso di contatto, essere chiari e dire NO, stabilendo subito dei limiti invalicabili
• Mostrare indifferenza verso le reazioni e gli atteggiamenti negativi dello stalker
• Evitare situazioni di pericolo e tenere sempre il telefono a portata di mano per poter chiamare le forze dell’ordine.

Nel caso di azioni classiche, come telefonate e messaggi indesiderati, si possono registrare e utilizzare come prova della condotta lesiva, o, se risolutivo, cambiare numero di telefono.

È molto importante parlare di questa situazione a persone di fiducia e non nascondere il problema.

Può essere utile anche rivolgersi a un investigatore privato per la raccolta di prove, ad esempio filmando eventuali incontri indesiderati, o fornendo assistenza tecnica nella raccolta di prove come registrazioni di telefonate, repertazione di messaggi, o analisi forensiche.

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